Arriva il "Grande Fratello" fiscale della Ue. Cos'è la Dac-8 e come controlla ogni reddito

Scritto il 26/10/2025
da Federico Garau

Con l'approvazione della Direttiva, a partire dal 2026 anche l'Italia fornirà il suo contributo alla nuova cooperazione fiscale

Dopo l'approvazione in consiglio dei Ministri è ufficiale: a partire dal prossimo anno l'Italia, per effetto del recepimento della direttiva UE "Dac-8" darà il proprio contributo per creare una rete di cooperazione fiscale a livello comunitario. Ciò significa, in sostanza, che il nostro Paese ha deciso di aderire al nuovo sistema centralizzato di indagine tributaria e fiscale che si baserà sulla cooperazione internazionale tra gli Stati membri finalizzata a contrastare l'evasione fiscale, ampliando per la prima volta le verifiche anche alle cripto-attività e a tutti quei redditi derivanti da investimenti su piattaforme digitali o da speculazioni transnazionali.

L'obiettivo dichiarato della "Directive on Administrative Cooperation" (Dac-8) è quindi quello di tracciare ogni genere di reddito prodotto dai cittadini residenti nei Paesi dell'UE senza alcuna esclusione. Addio, quindi, all'anonimato cha ha contraddistinto una buona parte degli introiti connessi alle nuove forme di mercato: saranno passati al vaglio e condivisi i dati su ogni forma di investimento, da quelli in Borsa fino ad arrivare all'ambito delle crypto e delle rendite immobiliari transfrontaliere, per stanare gli evasori fiscali. Secondo la Commissione Europea, infatti, l'elusione fiscale internazionale è in grado di generare un buco di 150 miliardi di euro di gettito fiscale ogni anno per gli Stati membri dell'UE.

Nel nostro Paese i casi di evasione fiscale derivanti da capitali spostati in paradisi fiscali o in conti non dichiarati dai contribuenti producono consistenti ammanchi nelle casse dell'Erario, per cui l'adesione alla "Dac-8" potrebbe essere un'importante opportunità. Con l'applicazione della direttiva, infatti, gli introiti e i conti riferibili a un contribuente italiano, che si tratti di impresa o persona fisica purché all'interno del territorio dell'UE, saranno a disposizione dell'Agenzia delle Entrate, che potrà verificare la congruità tra i redditi dichiarati e il reale patrimonio.

Cosa cambia concretamente dopo l'approvazione della direttiva? Innanzitutto i fornitori di servizi di cripto-attività, inclusi exchange e wallet provider, avranno l'obbligo di richiedere e quindi inviare alle locali autorità fiscali tutte le informazioni degli utenti che a essi si appoggiano, a partire dalle generalità fino ad arrivare ai dettagli di ogni singola operazione effettuata (acquisto, vendita o trasferimento). Tutto il pacchetto verrà quindi raccolto e condiviso con le autorità fiscali degli altri Stati membri, creando una rete di scambio di informazioni in costante e periodico aggiornamento, per cui non più solo su richiesta come accadeva in precedenza: grazie a questa sorta di database comunitario si potranno effettuare verifiche incrociate più efficaci.

Le sanzioni per chi non dovesse collaborare saranno pesanti. Gli operatori pagheranno una sanzione da 1.500 a 15mila euro per ciascuna violazione, sia che si tratti di omissioni, di incompletezza di dati o di ritardi nella condivisione dei dati. Per i clienti sono previsti al massimo due solleciti da parte della piattaforma, dopo di che il suo profilo sarà bloccato e non potrà più effettuare alcuna operazione.