Benvenuto al piatto forte del Masterchef islamista. Una ricetta già gustata in Francia e pronta a farsi italiana. Dagli scioperi del venerdì di Maurizio Landini, mister Blocca Italia, alla piazza pro-Pal fino alla guerriglia di No Tav e centri sociali, gli ingredienti ci sono. I cuochi che li mescolano e li rendono esplosivi sono l'islamismo radicale - il vero collante del nuovo antagonismo che tiene in ostaggio la sinistra parlamentare dal Pd a Avs e M5S - e le toghe rosse, guarda caso le stesse, Albano in testa, che abbiamo imparato a conoscere, protagoniste di un dissenso organizzato e politico che poco ha a che fare con la terzietà della magistratura in Costituzione. In cucina con loro, gruppi di pressione e associazioni che dietro la facciata umanitaria celano flussi di denaro e interessi rivolti alla destabilizzazione della nostra democrazia. Il loro nemico siamo noi: i giornali liberi. Parola impronunciabile per loro. Il Giornale ha il record di fatwe, minacce e querele temerarie volte a impedire di scrivere ciò che pensiamo. La grande bugia è pronta, narrata da imam fanatici che si ispirano a Fratelli musulmani e Hamas, fingendosi difensori dei diritti umanitari in quella Gaza diventata simbolo della propaganda terrorista. Come dimostra la nostra inchiesta, basta scavare per scoprire che non c'è nulla di democratico e casuale in questa aggressione alla libertà di espressione. Che in nome della democrazia finisce per difendere il regime teocratico più pericoloso del mondo. Un piatto indigesto che una stampa libera ha il dovere di rimandare indietro. E pazienza se lo chef si offende.
Il Masterchef jihadista
Scritto il 12/12/2025
da Tommaso Cerno

