Sono 150 ergastolani, responsabili delle peggiori stragi degli ultimi trent'anni. Uomini che hanno sparso sangue e terrore e che oggi sono liberi. Dopo lo scambio di ostaggi con Israele, sono stati spediti in Egitto come rivelato dal Daily Mail e accolti come eroi in un hotel a cinque stelle, tra piscine, ristoranti e suite da sogno.
Il posto è il Renaissance Cairo Mirage City Hotel, firmato Marriott, dove una notte costa circa 170 euro. È qui che la prigionia finisce e comincia il lusso dei terroristi. "Benedetti voi! O coraggiosi eroi", li ha salutati così nella hall del mega hotel Read Abu Al-Hummus, direttore della Commissione per gli affari dei prigionieri dell'Olp e supervisore dei pagamenti ai terroristi incarcerati. Una figura chiave, perché è proprio lui l'uomo del "pagati per uccidere": la legge dell'Autorità Palestinese che garantisce stipendi e premi ai detenuti per terrorismo, con soldi che arrivano anche dall'Unione Europea, principale finanziatore dell'Anp.
In altre parole: Bruxelles paga e l'Autorità palestinese premia e l'Europa, oggi, sembrerebbe proprio l'agenzia di viaggio degli ergastolani di Hamas, Fatah e persino dell'Isis. Risate, selfie, abbracci: è la scena surreale tra i corridoi del super hotel, mentre turisti ignari sorseggiano cocktail accanto a chi ha organizzato attentati e massacri. Mahmoud Issa, fondatore dell'Unità speciale 101 di Hamas e condannato a tre ergastoli, pubblica un video dal giardino del resort: "Ho trascorso 33 anni in prigione, 15 dei quali in isolamento". Accanto a lui c'è Mahmoud al-Arda, la "mente e l'esecutore" dell'evasione dal carcere israeliano di Gilboa, che racconta in un video come scavò "per nove mesi con un cucchiaio". Mostra la suite, il bagno, la terrazza: un tour da influencer del terrore. Poi bacia i bambini nel giardino, trasformando la violenza in spettacolo e martirio in trionfo. Ma non sono soli e i nomi sono pesanti: ci sono - tra i tanti - anche Izz a-Din al-Hamamrah, reclutatore dell'Isis, Samir Abu Nima, autore di un attentato a Gerusalemme costato la vita a sei persone e Basem Khandakji, responsabile dell'attacco al Carmel Market del 2004, in cui morì un kamikaze di 16 anni.
Liberi, sorridenti, protagonisti sui social. C'è persino chi ha trasformato l'hotel in location per un matrimonio: Akram Abu Bakr, mandante di decine di sparatorie, ha sposato la moglie pochi giorni dopo essere uscito di prigione, nel parco del Renaissance Cairo Mirage Hotel. Ma chi paga tutto questo? C'è chi parla del Qatar, chi della Turchia ma non esistono prove certe al momento. L'unica certezza è che l'Europa continua a finanziare generosamente l'Autorità Nazionale palestinese, alimentando il "fondo dei martiri" che garantisce sussidi a chi ha compiuto atti terroristici contro obiettivi israeliani. E la presenza di Al-Hummus alla cerimonia sembrerebbe la conferma più imbarazzante: i fondi europei, nati per la cooperazione, servirebbero oggi a coprire le spese di viaggio e di soggiorno dei terroristi liberati?
Uno di loro, Mahmoud al-Arda, ha ricevuto al momento della liberazione un premio di 510 mila euro grazie ai suoi ergastoli. Il risultato è sotto gli occhi dell'Occidente: 150 tra i più pericolosi terroristi degli ultimi trent'anni liberi di muoversi, brindare e organizzare feste. Liberi di rivendicare la violenza come gloria, trasformati in star di un eroismo ideologico.
Le foto scorrono, i video rimbalzano sui social, e il via vai di simpatizzanti all'hotel continua. A confermarlo anche un giornalista vicino ad Hamas presente sul posto che, contattato da Il Giornale, ha spiegato: "È consentito visitarli normalmente, senza restrizioni". Nelle carte ufficiali dell'Ue si chiamano "fondi per lo sviluppo e la stabilità". Sul campo, sembrerebbero trasformarsi in suite, piscine e pranzi di gala per gli ergastolani di Hamas. La burocrazia europea chiude gli occhi? Ma la realtà, questa volta, non si può più nascondere sotto il tappeto del politically correct. Oggi sono i terroristi a 5 stelle. Domani, con gli stessi soldi, potrebbero tornare a uccidere.

