Lo schianto dell'Air India: "Motori spenti in cabina"

Scritto il 12/07/2025
da Matteo Basile

L'indagine preliminare non mostra avarie al velivolo. Ipotesi choc: atto volontario dei piloti o di un "ospite"

L'inchiesta sul disastro aereo costato la vita a 260 persone in India potrebbe essere arrivata a una svolta clamorosa e inaspettata: i motori del Boeing 787 di Air India precipitato il 12 giugno sono stati spenti da qualcuno all'interno della cabina di pilotaggio, pochi istanti dopo il decollo. Nel mirino, dunque, finiscono i piloti, anche perché la scatola nera del velivolo non avrebbe mostrato nessuna anomalia ai motori né problemi tecnici tali da costringere i piloti a intervenire in maniera drastica sui comandi. L'ipotesi quindi, al momento, è quella di un gesto intenzionale da parte di uno dei piloti o di un'altra persona in quel momento autorizzata a stare nella cabina di pilotaggio.

Le indagini sono ancora a un livello preliminare, ma secondo quanto appreso dal Wall Street Journal che ha citato fonti informate statunitensi, andrebbero proprio in questa direzione. I riscontri indicano infatti che i comandi che regolano il flusso di carburante verso i due motori dell'aereo, sarebbero stati disattivati poco dopo il decollo, provocando una perdita di spinta. Questi comandi, utilizzati dai piloti per accendere o spegnere i motori o gestire situazioni d'emergenza, dovrebbero invece restare attivi durante le normali operazioni di volo. Al momento non è peraltro chiaro se la manovra sia stata accidentale, intenzionale o se vi sia stato un disperato tentativo di riattivarli all'ultimo secondo ma, appunto, si sospetta un intervento volontario di qualcuno in cabina. La disattivazione del flusso di carburante, tra l'altro, potrebbe spiegare l'attivazione della turbina eolica d'emergenza dell'aereo, avvenuta subito prima del tragico schianto. Fondamentale sarà anche capire nel dettaglio cosa sia successo all'interno della cabina di pilotaggio e quali siano stati i dialoghi tra piloti ed eventuali "ospiti". Per questo bisognerà analizzare il cosiddetto "Cockpit voice recorder", per cui è in corso una trattativa, evidentemente non semplice, tra le autorità indiane e quelle americane.

L'Ufficio indiano per le indagini sugli incidenti aerei che conduce l'inchiesta, dovrebbe pubblicare un rapporto preliminare a breve ma intanto, non si espone. "Non possiamo ancora trarre conclusioni: è un evento rarissimo che entrambi i motori si spengano contemporaneamente", ha detto un funzionario dell'aviazione civile indiano.

Il volo AI171 di Air India, diretto a Londra Gatwick, è precipitato nei sobborghi di Ahmedabad circa trenta secondi dopo il decollo con a bordo 242 persone di cui soltanto uno si è miracolosamente salvato. Le altre vittime, 29, si trovavano nella mensa universitaria contro la quale si è schiantato il velivolo. Il comandante dell'aereo, Sumeet Sabharwal, aveva accumulato oltre 10mila ore di volo su aerei a fusoliera larga. Il suo copilota, Clive Kunder, aveva già volato per oltre 3.400 ore. Il Boeing 787 era stato consegnato ad Air India nel gennaio 2014. Il Dramliner, in servizio dal 2011, è molto utilizzato sulle rotte a lungo raggio e gode di una reputazione di sicurezza eccellente. Nella complessa inchiesta, l'autorità federale per l'aviazione civile americana e il costruttore Boeing stanno fornendo assistenza tecnica alle autorità indiane, con l'Autorità Usa per la sicurezza dei trasporti statunitense che partecipa attivamente all'inchiesta che potrebbe durare in totale anche un anno prima di avere risposte definitive anche se le ultime indiscrezioni spingono in una direzione davvero inquietante.

Il tutto, a pochi di giorni di distanza dall'annuncio delle autorità sanitarie indiane di aver identificato tutte le 260 vittime della sciagura.