Si è conclusa con successo l'Opas di Banca Ifis su Illimity Bank. Al termine della riapertura l'istituto ha raccolto adesioni pari al 91,3% del capitale, superando così la soglia del 90% che consente di procedere con il delisting dell'istituto fondato da Corrado Passera e di corrispondere agli azionisti aderenti un premio aggiuntivo di 0,1775 euro ad azione. Si tratta della prima offerta in campo bancario del 2025 e di un passo fondamentale per dare attuazione a un piano industriale ambizioso. L'operazione, infatti, mira a unire due realtà complementari nel credito alle pmi, nel comparto Npl e nel settore retail. Quest'ultimo rappresenta un terreno nuovo per Ifis, ma dove Illimity vanta un posizionamento già solido, soprattutto nel canale digitale.
"La riuscita dell'offerta rappresenta un risultato importante nella storia di Banca Ifis. Uniremo due challenger bank innovative per costruire un gruppo bancario di primario riferimento per l'economia del Sistema Italia", aveva commentato il presidente Ernesto Fürstenberg Fassio (in foto) due settime fa alla fine del primo round. "Ifis-Illimity sarà una realtà solida, a supporto delle persone, delle imprese e di tutti gli stakeholder. Garantiremo che le migliori qualità possano contribuire alla creazione di una cultura aziendale moderna e inclusiva".
Nei prossimi sei mesi si aprirà la fase di due diligence, richiesta dalla Bce, per verificare nel dettaglio la situazione della banca incorporata, anche alla luce della revisione del bilancio 2024 di Illimity, chiuso con una perdita di 38,6 milioni dopo rettifiche legate a una cartolarizzazione. Banca Ifis ritiene di avere tutte le competenze interne per gestire eventuali criticità, forte di un'esperienza pluriennale e di un'infrastruttura completa nel settore Npl. L'obiettivo è integrare Illimity il prima possibile, anche per accelerare l'attuazione del piano che prevede utili cumulati per 270 milioni di euro al 2027.
Dal canto suo, il fondatore e ad di Illimity, Corrado Passera, ieri ha commentato così l'esito dell'operazione: "L'Opas è un'operazione industriale, bisogna cercare di realizzarla al meglio. Gli azionisti hanno deciso così ed è nostro dovere farla al meglio". Quanto al proprio futuro, ha aggiunto: "Bisogna prima chiudere bene la sesta vita e poi, se Dio vorrà, ce ne sarà una settima".