La casula con ricami in oro, così come la stola, i guanti bianchi a coprire le mani, i paramenti liturgici del rito tridentino. Le spalle ai fedeli. A San Pietro si celebra la messa in latino, con l'autorizzazione del Papa. A presiederla è stato ieri il cardinale Raymond Leo Burke, insieme a 200 preti. L'appuntamento si inseriva nella seconda giornata del pellegrinaggio Summorum Pontificum, in programma dal 24 al 26 ottobre, ma non si è trattato né di un "ritorno" né di una svolta; semplicemente di una celebrazione tra le tante che accompagnano il Giubileo. E se l'annuncio della messa secondo il rito romano antico ha suscitato qualche sorpresa in alcuni ambienti, in realtà non c'è nulla di eccezionale.
Il rito straordinario, nella forma in latino precedente alla riforma liturgica del Concilio Vaticano II, resta autorizzato secondo le norme vigenti, con le limitazioni introdotte da Papa Francesco nel motu proprio Traditionis Custodes del 2021 e nei successivi interventi della Congregazione per il Culto Divino. Quelle disposizioni hanno corretto quanto previsto da Benedetto XVI, riaffermando che la forma ordinaria del rito romano è quella scaturita dalla riforma liturgica del 1970 e che l'uso del messale precedente deve restare un'eccezione, soggetta all'autorizzazione dei vescovi diocesani e, in certi casi, della Santa Sede. La celebrazione in programma per il Giubileo, dunque, si inserisce in questo quadro normativo, coerente con le regole attuale. Nulla di sorprendente, dunque, anche se non accade abitualmente che si tenga una messa tridentina in San Pietro. Una liturgia di due ore e mezza, con inni e incenso, e con i sacerdoti che hanno dato le spalle ai fedeli, come previsto da questo rito. Nell'omelia, il cardinale Burke - ultraconservatore e tra i porporati più critici del pontificato di Francesco - ha evocato "la Madonna di Fatima" che "desidera proteggerci dal male del comunismo ateo, che allontana i cuori dal Cuore di Gesù e li conduce alla ribellione contro Dio". "La Madonna - ha detto - denunciava l'influsso della cultura atea sulla Chiesa stessa, che ha portato molti all'apostasia e all'abbandono delle verità della fede cattolica".
Anche il cardinale Matteo Zuppi, il giorno prima, aveva presieduto la particolare celebrazione tridentina in piazza San Lorenzo in Lucina. "Non è la prima volta che accade", aveva commentato il presidente della Cei, smorzando i toni per placare il dibattito e le divisioni tra tradizionalisti e progressisti.

