“Sostenere che la destra sia razzista è la propaganda che fa comodo alla sinistra narrare, ma il mondo reale dimostra altro. Gli italiani sono un popolo meraviglioso, che ha da sempre accolto e rispettato chiunque”. A parlare è Gino Zavalani, un giovane 30 enne nato a Tirana, arrivato clandestinamente in Italia nel 2000 insieme alla famiglia per sfuggire al caos economico e sociale che ancora regnava nell’Albania provata da 40 anni di dittatura comunista.
Zavalani oggi è direttore editoriale di Esperia, un media digitale indipendente nato per raccontare l’attualità con una prospettiva filo-occidentale e controcorrente. “Guido la linea narrativa del progetto, selezionando temi, toni e battaglie culturali con uno sguardo libero da conformismi e ideologie”, spiega il giovane di origini albanesi che da circa 10 ha ottenuto la cittadinanza italiana. Ed è proprio il tema che lo ha visto protagonista di una polemica nata sui social. Sotto a un suo video in cui parlava del referendum dell’8 e 9 giugno, uno dei comitati promotori sulla cittadinanza ha commentato e gli ha provocatoriamente chiesto: “Perché non dici di essere albanese? Hai paura che i tuoi follower siano razzisti?”. Una domanda che, secondo Zavalani dimostra un “totale cortocircuito” nella loro propaganda dei promotori del referendum. “Non vogliono ottenere la cittadinanza per spirito nazionalista, ma probabilmente per altri motivi”, spiega il giovane direttore editoriale di Esperia. Che, poi, aggiunge: “Inoltre io sono orgogliosamente italiano ed in linea con la mia cittadinanza non ho motivo di dichiarare altre nazionalità”. Zavalani ci tiene, inoltre, a sfatare “il mito” che i suoi follower siano razzisti di destra. “Non è assolutamente così e lo dimostrano le centinaia di commenti sotto il mio video dove tutti hanno avuto grande stima e rispetto per me, la mia storia e le mie origini”, precisa.
“Per me ottenere la cittadinanza italiana non è stato come ricevere un premio di consolazione, una caramella, ma è stato un percorso profondo di integrazione e riconoscimento che ho desiderato a pieno titolo e che oggi con tanto onore ed orgoglio rivendico contribuendo nel mio piccolo a fare del mio meglio per il nostro paese”, dice ancora Zavalani che nutre un amore viscerale nei confronti dell’Italia che ormai considera casa sua e di cui ama e condivide anche gli usi, i costumi e le tradizioni.“Ritengo che la normativa vigente in merito all’attribuzione sulla cittadinanza sia giusta e non vada cambiata”, dice il giovane italo-albanese che ricorda, infine, come l’Italia sia il Paese europeo che concede più cittadinanze di qualsiasi altro. “Il termine di dieci anni di residenza previsto dall’ordinamento è a mio avviso un termine ragionevole per integrarsi e decidere se fare o meno richiesta della cittadinanza sposando in pieno quelli che sono i valori di questo paese”, conclude Zavalani.