Mohammed Hannoun, presidente dell'Associazione Palestinesi in Italia (Api), non potrà entrare a Milano per il prossimo anno ed è stato anche denunciato per istigazione alla violenza. Il tutto gli è stato notificato non appena sceso da un aereo all'aeroporto di Linate, da dove poi si sarebbe recato alla manifestazione consueta del sabato pomeriggio nel capoluogo lombardo. "Chi uccide va ucciso. Perché piangere per questi criminali", ha detto lo scorso 18 ottobre in corteo.
Un riferimento violento alle esecuzioni su pubblica piazza che Hamas sta compiendo in queste settimane dopo la tregua nei confronti di cittadini palestinesi, accusati di essere "collaborazionisti" di Israele. "Ho detto: chi la fa, l'aspetti. Tutto qua", ha commentato lui ieri sera.
È la seconda volta che Hannoun viene colpito da un foglio di via ma nel novembre 2024 il provvedimento aveva valenza per soli sei mesi per aver sostenuto la "lezione" data ad Amsterdam ai tifosi del Maccabi Tel Aviv. "Gli hanno dato il divieto di entrare nella città di Milano", ha detto la voce in testa al corteo di Milano di ieri, "per essere voce del popolo palestinese". Aggiungendo: "Fermatelo pure per uno o due anni, lui ha cresciuto noi".
Il leader pro Pal è anche intervenuto telefonicamente alla manifestazione sostenendo di essere "vittima della lobby sionista".
Soddisfatto Matteo Salvini. Il segretario della Lega ha rivendicato che non può essere dato "nessuno spazio a chi istiga all'odio e alla violenza" e ora i partiti di maggioranza chiedono interventi più drastici. "Ci auguriamo che alla decisione di bloccarlo in aeroporto segua quella di espellerlo dall'Italia e di non farlo mai più tornare nella nostra Nazione e a Milano", ha dichiarato Riccardo De Corato di FdI. Dalla parte opposta, l'Api rilancia sostenendo che si tratterebbe di un "atto, grave e profondamente ingiusto" che viene fatto passare come "un chiaro tentativo di intimidire chi si espone" per "difendere la verità e denunciare i crimini contro il popolo palestinese".
Sul fronte dei pro Pal, a Torino ieri mattina si sono registrati scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, che hanno impedito al corteo non autorizzato di raggiungere il teatro Carignano dove erano in corso gli "Stati generali della casa" organizzati da Forza Italia con la presenza di alcuni ministri tra cui Antonio Tajani e Anna Maria Bernini. "Raggiungiamo i ministri della guerra", è stata la parola d'ordine dei manifestanti, che da giorni avevano preannunciato la protesta, "siamo qui per dire che Torino ieri, oggi e anche domani non ha nessuna intenzione di accogliere personaggi del genere stando in silenzio". Davanti al Museo Egizio il corteo ha cercato il contatto con gli agenti nel tentativo di sfondare il cordone e arrivare al teatro. È stato respinto con una carica di alleggerimento che ha fatto desistere i manifestanti ma si sono registrati due feriti tra i poliziotti. "Grato alle forze dell'ordine. Difensori della democrazia e della libertà", ha dichiarato il ministro Tajani, esprimendo solidarietà agli agenti. A Napoli, invece, un gruppo di antagonisti ha manifestato contro l'azienda farmaceutica israeliana Teva, presente alla Pharmaexpo: anche qui ci sono stati scontri. Il bilancio finale è di cinque fermi e un ferito tra gli agenti.