Usare le stesse armi dell'avversario per sconfiggerlo: è questa la strategia che starebbe utilizzando la Cina nel suo estenuante testa a testa commerciale con gli Stati Uniti. Come ha spiegato l'Economist, Pechino "ha trascorso anni a individuare le debolezze dell'America e ad attenuare le proprie". Gran parte di questo lavoro è stato fatto dal Ministero cinese della scienza e della tecnologia, che sette anni fa, sul proprio giornale ufficiale, ha pubblicato decine di articoli per analizzare i "punti critici" del Paese, ossia quelle tecnologia essenziali che il Dragone era costretto a importare dall'estero per far funzionare la propria economia. Il gigante asiatico ha sostanzialmente catalogato le proprie debolezze e poi ha iniziato a identificare quelle degli Usa. Missione quasi completata.
La strategia della Cina
Pochi giorni prima dell'attesissimo incontro tra Donald Trump e Xi Jinping è successo che la Cina ha inasprito i suoi controlli scuotendo le catene di approvvigionamento americane. Per Pechino era una semplice reazione alle precedenti provocazioni statunitensi, per l'amministrazione Usa un tentativo di scatenare il caos nell'economia globale. Per l'Economist, da qualunque prospettiva si guardi la vicenda, emerge un fatto chiaro: il gigante asiatico sta vincendo la guerra commerciale con gli Stati Uniti.
Come ha fatto? Semplice: la Cina ha ideato forme di coercizione economica ispirate a quelle americane, ma ancora più efficaci; sta dissuadendo i Paesi terzi dallo schierarsi con gli Stati Uniti e sta inoltre rafforzando la posizione di Xi in patria. "Ma le vittorie nelle guerre commerciali raramente sono assolute o permanenti. La Cina deve stare attenta a non spingere troppo oltre il suo vantaggio, per evitare che i suoi successi si ripercuotano su di lei", ha avvertito il settimanale anglosassone.
In generale, l'accordo commerciale negoziato durante la prima presidenza Trump ha avuto lo stesso effetto di un buco nell'acqua. Gli Usa hanno inoltre imposto controlli sulle esportazioni sempre più severi, spingendo Pechino a credere che Washington non avesse intenzione di fare la pace. Il governo cinese ha anche capito un'altra cosa: Trump sarebbe più propenso a rispondere alle pressioni che alle lusinghe.
Il punto debole degli Usa
Come fanno notare gli economisti, se la battaglia si fosse combattuta solo sui dazi, la Cina avrebbe potuto benissimo perdere visto che nel 2024 gli Usa hanno esportato 140 miliardi di dollari di merci oltre la Muraglia contro i 440 miliardi che hanno preso il tragitto inverso. L'arma più efficace di Pechino è coincisa con la limitazione dei controlli sulle esportazioni in Usa, per esempio sulle Terre Rare e sulle risorse necessarie nella produzione hi-tech.
La Cina ha individuato un punto critico che avrebbe potuto causare gravi problemi agli Stati Uniti. Le Terre Tare sono presenti in quasi tutti i prodotti tecnologici. Sebbene siano piuttosto comuni in termini geologici, Pechino domina l'attività mineraria e detiene un quasi monopolio sulla raffinazione.
Con la diminuzione delle scorte al di fuori della Cina, le aziende hanno avvertito che le loro fabbriche si sarebbero presto fermate. Gli Usa hanno ceduto accettando di ridurre i dazi. Ciò che rende i controlli sulle esportazioni così efficaci per la Cina è il suo peso industriale. La sua produzione manifatturiera – il 35% del totale mondiale – è tre volte superiore a quella americana e supera quella degli otto paesi successivi messi insieme...