Nave da guerra Usa a 10 km dalle coste del Venezuela. Caracas: "Preparano l'invasione"

Scritto il 26/10/2025
da Alberto Bellotto

Una nave lanciamissili Usa è arrivata a Trinidad e Tobago per esercitazioni con l’esercito locale. Ma la mossa accende le tensioni con il Venezuela, che accusa Washington di “preparare una guerra”

Cresce la tensione nel Mar dei Caraibi. Una nave lanciamissili statunitense è arrivata a Trinidad e Tobago, il piccolo arcipelago situato a circa dieci chilometri dalle coste del Venezuela. Lo hanno constatato giornalisti sul posto. La nave era visibile stamani al largo della capitale Port of Spain.

Come riportato dalla stampa locale alle 9 del mattino, ora locale, il cacciatorpediniere classe Arleigh Burke, Uss Gravely, è arrivato nel porto della capitale insieme al 22esimo corpo di spedizione dei Marines. L'attracco è legato ufficialmente a esercitazioni con l'esercito di Trinidad, ma in realtà si colloca in un momento di crescenti tensioni tra Usa e Venezuela, con Caracas che accusa di Washington - impegnata in una campagna militare contro i narcos - di "preparare una guerra".

Escalation crescente

Da mesi gli Usa stanno ampliando il dispositivo militare in tutta l'area. L'amministrazione Trump da tempo ha dichiarato di essere impegnata a fermare i flussi di droga che dal Venezuela arrivano negli Stati Uniti. In questo contesto le forze armate americane hanno lanciato una decina di attacchi contro barche e sottomarini sospettati di far parte della flotta illegale dei narcos. Ma non solo.

Allo stato attuale sono almeno 10 mila le forze americane presenti nella zona, cui si sommano almeno 12 navi da guerra. Il numero di uomini e mezzi dovrebbe presto crescere su spinta del Pentagono che ha richiamato nelle Americhe la portaerei Ford e il suo gruppo di attacco ora stanziato nel Mediterraneo. La Ford trasporta circa 5 mila uomini e può ospitare fino a 75 aerei d'attacco. Con lei sono presenti anche quattro cacciatorpediniere classe Arleigh Burke, un incrociatore lanciamissili e navi d'assalto anfibio con Marines a bordo.

Mossi anche i bombardieri

La pressione americana contro il Venezuela va al di là delle navi e dei gruppi d'attacco. Negli ultimi giorni, infatti, bombardieri B-52 e B-1 hanno sorvolato il Mar dei Caraibi non lontano dalle coste del Venezuela. I dati del sito di tracciamento Flightradar24 hanno mostrato un B-1B volare verso la costa venezuelana mercoledì pomeriggio prima di invertire la rotta e dirigersi a nord, dopodiché è scomparso dalla vista. Interrogato durante un evento alla Casa Bianca sulla notizia secondo cui gli Stati Uniti avevano inviato B-1B vicino al Venezuela, Trump ha risposto che "è falso", aggiungendo che gli Stati Uniti "non sono contenti del Venezuela per molte ragioni". L'ultimo volo è avvenuto circa una settimana dopo che i bombardieri B-52 statunitensi avevano sorvolato le coste venezuelane per diverse ore.

I timori di una guerra lampo

Moltissimi analisti hanno sottolineato che il dispositivo americano posto in essere intorno al Venezuela non ha eguali nella storia recente, anzi sarebbe il più grande dai tempi della Guerra Fredda. Come ha scritto l'analista di Osint Ian Ellis, non bisogna osservare solo le navi dispiegate, ma anche ciò che succede nell'intero quadrante:

  • L'arrivo a Puerto Rico di una cannoniera volante AC-130J Ghostrider
  • Il dispiegamento di navi cisterna
  • L'installazione di un sistema radar a lungo raggio a St. Croix, nelle Isole Vergini
  • La costruzione di un bunker per immagazzinare munizioni a Rafael Hernández a Puerto Rico

L'ombra di un golpe della Cia

A Caracas gli animi restano molto tesi, soprattutto dopo la decisione di Donald Trump di autorizzare la Cia a condurre operazioni sotto copertura in territorio venezuelano, e per le stesse affermazioni di Trump secondo cui le forze americane sarebbero pronte a colpire via terra il Paese caraibico. Secondo la Cnn, sul tavolo dello Studio ovale ci sarebbe un piano per colpire i centri di produzione di cocaina e le rotte del traffico sul territorio venezuelano, ma una decisione finale non sarebbe stata ancora presa.

Da anni Washington ha messo il regime di Nicolas Maduro nel mirino e sembra che un negoziato segreto tra americani e venezuelani sia naufragato nelle ultime settimane sotto la pressione del segretario di Stato Usa Marco Rubio, uno dei critici più feroci del regime castrista. Lo stesso Rubio, nel 2020, si era reso protagonista di una proposta di colpo di stato contro Maduro con lo scopo di rovesciare il regime, tanto da portarla sulla scrivania dello stesso Trump, poi persuaso da Mike Pance e Mike Pompeo a lasciarla decadere.